6.10.23 VENERDÌ DELLA XXVI SETT. T.O - Bar 1,15-22 • Sal 78 (79) • Lc 10,13-16
Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Quanto contano i miracoli se poi non cambia il cuore, se lo sguardo
non si trasforma in contemplazione, ossia la capacità di riconoscere quella porzione di cielo che si riversa sulla
terra per raggiungere il nostro quotidiano?…I miracoli avvengono ogni momento: dovremmo imparare a gustare
ogni istante, perché ogni istante ha il sapore dell'amore provvidente di Dio, che non rimane impassibile a
guardare dall'alto ma si china sulle nostre storie…Può capitare di sentirlo lontano, ed è anche possibile non
riuscire a capire il senso del nostro dolore, ma la fede è la risposta al dono di grazia che può manifestarsi in vari
aspetti, persino attraverso quella sana inquietudine che ci sradica dal benessere illusorio per riportarci sulla via
della Verità…Il vero miracolo è la vita donata in abbondanza che supera anche la soglia della morte per farci
entrare nella gloria eterna…
Commento a cura de L'Arca del Silenzio "San Giovanni Battista" di Firenze, via Santa Marta accanto al Monastero
delle Suore Cappuccine, sede del Cammino di Betlemme (ispirato al metodo cappuccino di orazione mentale).