1. Un breve excursus storico sulla presenza dell’Ordine a Siena

La storia dei Cappuccini a Siena ha inizio il 3 gennaio 1536. Quel giorno il Collegio di Balìa nominava una Commissione, composta da Giovanni Palmieri, Antonio Gallerani, Girolamo Vieri e Giovanni Maria Pini, affinché reperisse un luogo da assegnare all’Ordine dei Frati Cappuccini perché iniziasse la sua attività nei pressi di Siena. Il 23 maggio 1536, su proposta di questa Commissione, lo stesso Collegio assegnava all’Ordine il monastero di Montecelso, con annessa cappella e terreno, di proprietà delle monache di san Prospero e sant’Agnese di Siena dette Trafisse. L’atto formale venne stilato il 30 luglio 1537, da Ambrogio Catarino dell’Ordine dei Predicatori (al secolo Lancelotto Politi) – notissimo controversista e futuro arcivescovo di Conza (1551) – e sottoscritto dai procuratori delle monache e, per i Cappuccini, da fra’ Liberio da Domodossola, Guardiano, da fra’ Liberale da Colle, e da fra’ Francesco da Iesi, Commissario della provincia religiosa toscana. Il luogo è oggi individuabile nei pressi della Sede Banca di Credito Cooperativo Chianti Banca, in Via Fiorentina.

All’inizio del ‘600 i Cappuccini sentirono l’esigenza di trasferirsi in un luogo più prossimo alla città. La scelta cadde su un terreno nei pressi di Porta Camollia, noto come “Il Gelseto”. Grazie all’intervento risolutore di Ferdinando II che, nel gennaio 1622 si trovava a Siena con sua madre Maria Maddalena d’Austria, i frati poterono porre la prima pietra il 18 ottobre dello stesso anno, per erigere il convento prospiciente l’Antiporto di Camollia (l’attuale complesso di Santa Petronilla).

A seguito della soppressione dell’Ordine, nel 1866, i Cappuccini lasciarono il Convento per trasferirsi nella villa Spannocchi situata nella zona di Marciano. Nel gennaio 1869 quasi tutti i frati lasciarono Siena, ad eccezione di 4 confratelli che, guidati dal P. Angiolo Maria da Seravezza detto “Pace” (al secolo Luigi Viviani), continuarono a prestare l’assistenza spirituale agli infermi dello Spedale S. Maria della Scala. Nel 1880, finalmente, il P. Angiolo Maria riuscì ad acquistare l’edificio, situato a Poggio al Vento, che costituì il nucleo iniziale del complesso oggi esistente. L’edificio, infatti, durante gli anni Cinquanta del secolo scorso – essendo stato destinato ad accogliere lo studentato cappuccino – venne modificato e rialzato. Il 30 maggio 1884 si celebrò il Capitolo e il p. Angiolo Maria venne eletto Guardiano.

La costruzione della chiesa, dedicata all’Immacolata Concezione e a S. Francesco d’Assisi, venne iniziata il 15 giugno 1880, alla presenza del Ministro Generale P. Egidio da Cortona. La campana, realizzata dalla ditta Rafanelli di Pistoia, fu consacrata, su permesso dell’arcivescovo di Siena, da Mons. Luigi Maria Paoletti, vescovo di Montepulciano, e fissata al campanile il 20 settembre 1882. Il 24 febbraio 1884 la chiesa venne consacrata dal cappuccino Giuseppe Morteo, vescovo di Massa e Populonia, come attesta l’iscrizione oggi apposta all’interno dell’edificio (sulla porta di ingresso), con alcune abbreviazioni (i cui scioglimenti sono posti tra parentesi):

Reverendissimus dominus
Ioseph Morteo ex ord(ine) capp(uccinorum)
episcopus Massan(ensis) et Populon(iensis)
ecclesiam hanc una cum alt(eris) M(inistris)
in Dei O(ptimi) M(aximi) illibataeque Virginis Mariae
ac Serafici P(atris) Francisci honorem
ritu solemni consecravit.

Da sottolineare una curiosità: nel 1891, nella nostra chiesa venne ordinato sacerdote fra’ Paolino da Cortona (al secolo Giovanni Tribbioli), a lungo missionario in India e successivamente vescovo di Imola dal 1913 al 1956.

 

2. Una breve storia della Parrocchia Maria SS. Immacolata

Nel 1969 la collina dei Cappuccini era profondamente diversa da quella che noi tutti conosciamo: una realtà più a misura d’uomo, con nuclei familiari ben radicati nel territorio, gelosi delle tradizioni e, ci si consenta la metafora evangelica, abbarbicati al Convento come i tralci alla vite. Un giovane frate livornese, tutto fede, cuore e slancio, Padre Corrado Trivelli, che già da qualche anno si occupava dell’Ordine Francescano Secolare e della Gioventù Francescana, venne scelto dai superiori e dall’arcivescovo Mario J. Castellano, come primo parroco; a lui venne affiancato, come Vice-parroco, un frate minuto, e di una bontà infinita, Padre Vittorio da Stia che, insieme al quasi omonimo, P. Vittorio da Pistoia (“Balicche”) si occuperà anche dell’Osservatorio sismico e meteorologico.

La Parrocchia di Maria SS. Immacolata, è questa l’intitolazione vera di quella che viene comunemente chiamata parrocchia dei Cappuccini, manifesta immediatamente la sua vivacità e la sua intraprendenza: la lontana terra della Tanzania diventa quasi subito la principale destinataria di gran parte delle attività parrocchiali. Nel 1972 il Padre Corrado, insieme a 5 giovani della Gi. Fra., parte per un campo-lavoro a Mlali: si prosegue, così, una prima esperienza dell’anno precedente, alla quale avevano partecipato due gifrini, e si dà contestualmente l’avvio ad una tradizione che, a cadenza biennale, vedrà coinvolta, per lungo tempo, tutta la Comunità parrocchiale. Poggio al Vento diventa, così, un luogo di forte spiritualità che si irradia al di là dei confini, e che genera alcune vocazioni religiose, nonché di persone caratterizzate dal fortissimo impegno sociale, o attive nel mondo della cooperazione. Appare qui opportuno ricordare – perché ci ha tragicamente lasciato – Lisa Serafini, l’infermiera deceduta in Africa dove svolgeva il suo servizio di volontariato, premiata con la medaglia della riconoscenza civica alla memoria.

Ma i parrocchiani di Poggio al Vento non ignorano, ovviamente, la realtà senese: accanto alla Gi. Fra. ed all’Ordine Francescano Secolare, veri motori pulsanti della vita spirituale, ed attenti anche alle problematiche sociali del territorio cittadino, sorgono numerose attività ludiche, tutte dovute alla fervida mente di Padre Vittorio da Stia: la Mini Olimpiade, dedicata ai giovanissimi, che ben presto coinvolge tutta la città; il Piccolo Coro dei bambini; la Mostra di Pittura riservata agli allievi delle Scuole; la nascita, infine, di un Centro Sportivo, contribuiscono ad animare la piccola realtà di Poggio al Vento.

Dal 1992 qualcosa però comincia a cambiare. La crisi delle vocazioni, ed il progressivo svuotarsi del Convento, preoccupa fortemente i Superiori provinciali che decidono di trasferire il Convento nel fabbricato più piccolo, per cedere il grande edificio conventuale ad una Società che vi avrebbe aperto una casa di riposo. Nel frattempo, il P. Corrado Trivelli, a lungo parroco di Poggio al Vento, veniva trasferito presso il Convento di Prato ed assumeva il ruolo di Segretario delle Missioni Estere dei PP. Cappuccini Toscani: un compito assolto brillantemente per tanti anni e costellato non solo da numerose realizzazioni, ma anche da una continua attività formativa finalizzata a sollecitare l’impegno dei laici per le terre di missione. P. Corrado muore proprio in Africa, il 22 novembre 2011, insieme al Ministro Provinciale, P. Luciano Baffigi, al P. Silverio Ghelli e al giovane laico Andrea Ferri. Con il trasferimento del P. Corrado la Parrocchia, negli anni seguenti, verrà affidata alle cure di altri religiosi cappuccini: P. Fabio Piccini e, successivamente, P. Eliseo Grassini.

A fine aprile 2012 – per la mancanza di religiosi dovuta alla crisi delle vocazioni – risale la dolorosa decisione assunta dai Superiori della Provincia Religiosa dei Cappuccini Toscani di procedere alla chiusura del Convento. Per un breve periodo il servizio parrocchiale viene tenuto dal cappuccino P. Francesco Maria Cecchetto, e grazie alle cure del Diacono Andrea Fantozzi che ha continuato ad espletarlo anche con il nuovo Parroco, mons. Giovanni Zecca, appositamente nominato dall’Arcivescovo di Siena mons. Antonio Buoncristiani.

Nel settembre 2020 i Cappuccini sono tornati per decisione del P. Provinciale P. Valerio Mauro che ha dato disponibilità a ricostituire la famiglia francescana cappuccina e ad assumere nuovamente, in accordo con l’Arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, la cura della Parrocchia. La famiglia religiosa è composta dal P. Mario Testa (Guardiano e Parroco), P. Renato Camagni, già Missionario in Brasile; fra Massimiliano Maria Tamburini, che è stato ordinato presbitero nella Cattedrale di Siena dal Cardinale Arcivescovo Lojudice l’8 dicembre 2020. È di questi giorni la notizia che il P. Renato è stato destinato ad un altro Convento, e che al più presto verrà sostituito da un confratello.